Su Stallman, sul Software Libero in etica e in pratica

Martedì 11 Maggio Frascati ha ospitato, nell'ambito della LNF Spring School 2010, organizzata dai Laboratori dell'INFN, il fondatore del Movimento Free Software, Richard Matthew Stallman.

Io sono andato ad ascoltare questa sua conferenza dal titolo "Free Software in ethics and in practice" e voglio raccontarvi le mie impressioni. Ma concedetemi di partire, per una volta tanto, dalla fine. 
Al termini della conferenza, durata quasi due ore, c'è stata, come in tutte le conferenze che si rispettino, la sessione "Questions and Answers" che, vista l'attenzione con cui il pubblico (non numerosissimo, poco più di una cinquantina di persone) ha seguito l'evento, è stata ricca di domande. Personalmente ho chiesto a Stallman:"Questa sera ci hai raccontato di una interessantissima storia del tuo movimento e delle sue tante battaglie, alcune vinte altre perse. Una storia che ha avuto, ed ha ancora oggi, un processo di evoluzione e diffusione molto lento rispetto ad un mondo tecnologico che va invece a velocità supersoniche. Come pensi di poter sostenere tale sfida?" La sua risposta, semplicemente disarmante ed inequivocabile è stata:"Con il vostro aiuto nel diffondere nei vostri ambienti professionali, nelle vostre scuole, con i vostri amici, la filosofia del Software Libero".
Ed allora eccomi qui a scrivere di questo incontro con un personaggio decisamente unico(basti vedere la foto sotto. Ha parlato tutto il tempo senza scarpe!),
di quelli che almeno per una volta nella vita, vale la pena di sentir parlare, a prescindere che poi se ne condividano le idee o no. Ovviamente sulla rete potrete trovare di tutto e di più su Stallman, ma averlo ascoltato dal vivo mi ha convinto a fissare per scritto le mie impressioni su di lui persona e soprattutto sul suo credo il "Free Software". Alla fine di questo post troverete anche un elenco di link che rimandano a specifici argomenti o termini usati qui.

Allora iniziamo proprio dalla definizione che lui ha dato di Free Software. Stallman ha sottolineato che, mentre per la lingua inglese la dicitura "Free" può indurre a parallelismi con termini come "Gratis", cioè termini legati a significati più economici e materiali, in italiano, noi possiamo e dobbiamo usare sempre la parola "Libero", che calza perfettamente il concetto etico alla base della sua idea: Libertà di pensiero, libertà di scelta, libertà di condivisione, libertà d'uso. Da questa sua ricerca di libertà iniziata tanti anni fa, Stallman no intendendosi di politica, decise di provare a realizzare il suo sogno proprio partendo dal suo mondo cioè il mondo del software. Il suo progetto: Realizzare un sistema operativo completamente libero da licenze commerciali, non proprietario, in grado di funzionare su qualsiasi piattaforma.
Ma come un sistema operativo, che altro non è che un "programmone" di migliaia e migliaia di linee di codice,  avrebbe potuto cambiare la società? E cosa intende Stallman per libertà del software?
Il concetto è riassumibile in 4 libertà fondamentali:
(Notate come l'elenco che segue è numerato da 0(zero) a 3, perché Stallman come tutti i programmatori conta a partire da 0,  primo indice degli array nei principali linguaggi programmativi.)
Riguardo la pirateria software, Stallman ha ironizzato sostenendo che per lui esiste solo un tipo di pirati "Quelli che, con la benda nera all'occhio, attaccano le navi" ed a chi lo ha ulteriormente punzecchiato specificando il caso della musica "pirata", lui ha replicato "Non ho mai visto, né sentito parlare di pirati che attaccano le navi usando strumenti musicali!"
Stallman continua il suo racconto con voce pacata, ma dalle sue parole traspare un fermo intento di lotta a tutti i software proprietari, arrivando ad affermare che per lui di fronte alla scelta tra un programma software proprietario o il niente, lui non esiterebbe a scegliere il niente. Personalmente trovo questo punto di vista troppo idealistico ed estremo, per non dire poco pratico, perché di fronte alle tante sfide tecnologiche che ci fronteggiano oggi, alcune anche molto importanti e serie per tutta la società, bisogna per forza essere pratici e pragmatici, ma risolvere i problemi se serve anche con strumenti software proprietari, pur non tralasciando l'analisi di alternative libere da licenze  e vincoli commerciali e senza quindi e ritirarsi sull'Aventino.
Con la sua dialettica tranquilla Stallman non rinuncia ad attaccare i modelli di business e sviluppo software di tutti i grandi nomi dell'informatica, così cita Microsoft per i suoi programmi a codici chiuso e con backdoor(vedi link in fondo); 

Apple per l'utilizzo delle DRM(Digital Rights Management); Amazon per il formato proprietario dei suoi e-book; e via via tanti altri compreso Google, per il quale ha però specificato, che i suoi prodotti vanno analizzati caso per caso, lasciando intendere che BigG forse un po' della filosofia del software libero l'ha assimilata e messa in pratica.
Durante l'incontro il "guru" Stallman, 

perché realmente somiglia ad un santone indiano, ha riassunto la storia del suo movimento e dello sviluppo del famoso sistema operativo libero,  nato più o meno nel lontano 1983, con il nome di GNU(da pronunciare con la "G" dura). Questo acronimo da solo merita qualche riga di approfondimento perché nasconde un aspetto  caratteristico dell'uomo Stallman: la goliardia. Il capellone di New York, sorridendo racconta che lui come molti "mescola bit" (mia definizione personale di programmatore, hacker), ama i giochi di numeri e parole, ed è per questa ragione che coniò l'acronimo GNU che va letto come "GNU is Not Unix". Come vedete il gioco è nel fatto che "GNU" non viene tradotto mai perché in una visione ricorsiva dell'acronimo rimane sempre "GNU"; un po' come quando in TV si vede una telecamera che inquadra il monitor di un'altra telecameraed il risultato è un'immagine ripetuta all'infinito.
Ma torniamo alla storia. Dal 1983 fino agli inizi degli anni '90 Stallman ed i suoi collaboratori(tutti volontari o pagati con fondi raccolti dalla comunità) scrissero migliaia e migliaia di linee di codice, per costruire e realizzare tutti i tasselli del sistema operativo libero(compilatore C, editor Emacs,etc.etc), arrivando quasi a completarlo. Mancava ancora però il "kernel", cioè quella parte di programma che mette in comunicazione tutte le componenti hardware a più basso livello con gli strati software superiori. Siamo agli inizi degli anni 90, più esattamente nel 1991, quando un giovane finlandese Linus Torvald, scrive come tesi informatica universitaria proprio un  "kernel" chiamato "Linux", usando molti dei prodotti già sviluppati dal progetto GNU e per questo decide di rilasciarne il codice sorgente e metterlo a disposizione della comunità Free Software. E' la svolta. Il progetto di Stallman è ora completo, il sistema operativo GNU ha trovato il suo kernel ed da questo momento in poi si parlerà sempre più di GNU/Linux. Il resto del decennio passa in un susseguirsi, quasi frenetico, di rilasci di distribuzioni GNU/Linux, ognuna delle quali diversa per qualche dettaglio. Il dato di fatto è che i i grandi colossi(Microsoft, Apple, etc.) devono prendere atto che esiste un nuovo protagonista sulla scena e che è molto agguerrito.
Ma la guerra non è finita. E la minaccia al progetto di Stallman questa volta arriva proprio dal proliferare delle "distros"(distribuzioni) GNU/Linux che, per prevalere le une sulle altre, per ragioni di prestigio ed economiche (perché "libero" non vuol dire "povero", mia considerazione), iniziano progressivamente ad aggiungere componenti software che, se da un lato le rendono più prestanti ed accattivanti, dall'altro sono spesso codici che per battere la concorrenza rimangono segreti, "chiusi". Per Stallman è un brutto colpo alla sua idea di un sistema operativo completamente libero. Ma questa non è l'unica minaccia, nel 1998 fa la comparsa il famoso termine "Open Source", che lo stesso Stallman tiene a precisare non essere in assoluto equivalente a "software libero". Sono infatti molti i programmi o sistemi operativi che si fregiano dell'etichetta di "Open Source", ma che poi al loro interno hanno comunque parti di codice proprietario. Per esempio alcune "distros" rivolte al mondo "enterprise" contengono driver di terze parti il cui codice non è disponibile. Per Stallman è tutto parte di una manovra commerciale ben lontana dall'etica di libertà da lui tanto cercata. Proprio su questo aspetto io trovo che l'approccio del movimento "Free Software" sia un po' troppo radicale. Secondo me, per una vera affermazione del Software Libero servono comunque dei compromessi, sopratutto in ambiti professionali  di tipo "mission critical", ma non solo.
Comunque per i puristi che vogliono sul loro computer solo software libero, Stallman suggerisce un elenco di distribuzioni completamente libere, consultabile sul sito della FSF, Free Software Foundation(vedi link in fondo) e se volete divertirvi, alcune di queste sono anche disponibili come LiveCD(vedi link in fondo).
Uno dei punti su cui Stallman ritorna durante il suo, mai monotono, intervento, è la necessità di educare la gente alla cultura dell'alternativa. Troppo spesso vengono effettuate scelte, senza la più pallida idea dell'esistenza di una alternativa eticamente ed anche praticamente più valida.
Un esempio: Si continua, quasi ovunque, a comprare ed usare MS Office, senza nemmeno sapere che è disponibile OpenOffice, che più volte ha dimostrato di essere migliore oltre che "libero". Operare una scelta significa proprio confrontare duo o più soluzioni, non scegliere sempre la prima perché "così fan tutti".
Un'altra tecnologia, che si sta rapidamente diffondendo e che secondo Stallman è una minaccia alle nostre libertà intellettuali ed alla nostra stessa privacy (lui è un po' paranoico sulla privacy) sono tutte le applicazioni della categoria "Software as a Service". Praticamente è un modello di distribuzione del software applicativo dove un produttore di software sviluppa, opera (direttamente o tramite terze parti) e gestisce un'applicazione web che mette a disposizione dei propri clienti via internet. Generalmente si tratta di programmi o servizi, che dir si voglia, quali e-mail, spazio di memoria(dischi virtuali), servizi di archiviazione di foto e video, etc. etc. Qui vengono subito in mente Google con il suo Docs, Apple con MobileMe, tutti i social netwoks, che noi quotidianamente riempiamo con le nostre idee ed i nostri dati personali. Secondo Stallman si tratta di tutti software che non fanno altro che prendere qualcosa da noi(ripeto idee, dati, etc.) dando nessuna o poche garanzie a noi utenti. A volte anche dietro il "Cloud Computing"(insieme di tecnologie informatiche che permettono l'utilizzo di risorse hardware o software distribuite in remoto), termine di grandissima attualità, secondo Stallman può nascondersi qualche insidia per le nostre libertà digitali.

Esaurito questo excursus sul software libero e la sua storia, sulle minacce più o meno nascoste dei software proprietari, Stallman ha toccato un tema a me molto caro: Il Software libero nelle scuole e nelle università.
Cioè l'importanza dell'adozione di questo modello per l'educazione dell'informatica e non solo. Nel mondo della scuola, infatti più che in ogni altro ambiente, bisognerebbe operare tali scelte; perché di fronte alla curiosità che hanno i nostri "natural born programmers", così il "guru" ha definito le nuove generazioni di studenti, gli insegnanti non possono rispondere con frasi tipo:"Mi dispiace ragazzi ma non posso farvi vedere come funziona questo programma perché il codice è protetto e non visibile". Il software proprietario, dice Stallman, non è solo nemico dello spirito dell'educazione, ma nel tempo crea "dipendenza" proprio come una droga. Perché uno studente che ha imparato solo ad usare MS Office, è chiaro che quando termina gli studi ed entra nel mondo del lavoro chiederà e cercherà solo gli strumenti che ha imparato ad usare! Così si innesca quel circolo vizioso, all'interno del quale è difficile far conoscere le altre alternative. I giovani a scuola dovrebbero imparare a condividere ed aiutare gli altri, anche passandosi strumenti(informatici) ed esperienze, ma come insegnare ciò se si usano programmi che non si possono copiare, condividere perché altrimenti si finisce con l'essere illegali?
Se vogliamo crescere buoni e consapevoli cittadini, dobbiamo muoverci anche in questi ambiti della didattica, scegliendo magari proprio strumenti basati sul software libero. E per fortuna in Italia abbiamo già qualche esempio positivo  in questo senso(vedi link in fondo).
Nonostante le argomentazioni serie, Stallman non ha rinunciato anche a momenti di scherzo vestendosi(con un tunica nera ed un bellissimo vecchio harddisk come aureola) da Saint iGNUcius e benedicendo i computer degli astanti per liberarli dal malware!
Concludo questo, forse troppo lungo post, con una curiosità-gossip: Sapete dove Stallman ha chiesto di alloggiare per la sua visita a Frascati?
Non in albergo, ma ha voluto essere ospitato da qualcuno che avesse in casa un pappagallo! Le star non esistono solo nel mondo dello spettacolo!

Ad MAiora.


Link utili:
LNF Spring School 2010: http://www.lnf.infn.it/conference/lnfss/10/
INFN: http://www.lnf.infn.it/public/
Locandina intervento di Stallman: http://www.lnf.infn.it/conference/lnfss/10/stallman.php
http://it.wikipedia.org/wiki/Richard_Stallman
Backdoor: http://it.wikipedia.org/wiki/Backdoor
DRM: http://it.wikipedia.org/wiki/Digital_rights_management
http://it.wikipedia.org/wiki/Linus_Torvalds
http://it.wikipedia.org/wiki/Linux
Distros Libere: http://www.gnu.org/distros/free-distros.htm
LiveCD: http://it.wikipedia.org/wiki/Livecd
Scuola e software libero: http://scuola.linux.it/

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